Proprio trenta anni fa, nell’autunno 1994, con il primo volume de “Le fortezze delle Alpi occidentali”, usciva per i tipi dell’editore L’Arciere di Cuneo, la monumentale opera sulle fortificazioni delle Alpi.
Gli autori erano Dario Gariglio e Mauro Minola, due studiosi e appassionati, che già da diversi anni percorrevano i sentieri delle vallate alpine alla ricerca dei segni lasciati dalla storia. Un lungo viaggio alla scoperta di un patrimonio eccezionale di fortezze grandi e piccole, dal forte di Exilles a quello di Fenestrelle, dal forte di Bard a quello di Vinadio e a quelli, pressoché sconosciuti al grande pubblico, dell’Esseillon in Savoia. Fortezze che in quel tempo versavano ancora in uno stato di completo abbandono. Anzi, proprio grazie al nuovo libro e al lavoro di tanti giovani volontari, nascevano le prime associazioni volte al recupero delle antiche mura.
Ma i due autori non si limitarono alle grandi opere: percorsero ogni valle alpina alla scoperta anche delle medie e piccole strutture fortificate, al fine di fornire un quadro completo del vastissimo patrimonio storico e architettonico che giaceva pressoché abbandonato dalla fine del secondo conflitto mondiale. Ogni opera veniva descritta accuratamente in ogni particolare, dalle vicende storiche di cui fu protagonista, all’aspetto esterno e interno, con tanto di spiegazione tecnica sull’armamento e le artiglierie che aveva schierato.
La carta vincente del testo, che conobbe nel giro di pochi mesi un grande successo editoriale, fu quello di non limitarsi solo alle fortezze delle valli alpine italiane, ma di estendersi anche a quelle delle contigue valli della Francia, dalla Savoia alla conca di Briançon, dal Queyras alle valli della Provenza, fino a giungere ai monti che circondano la Val Roya e Nizza. E poi, sempre sul versante italiano, la decisione degli autori di continuare sull’arco delle Alpi Liguri, fino al Colle di Cadibona, termine geografico delle Alpi.
Un’opera che doveva nascere, nelle intenzioni degli autori e dell’editore, con unico volume. Ma che, con il progredire delle ricerche e delle escursioni, e il conseguente aumento del materiale a disposizione, richiese un secondo volume, poi pubblicato ad un anno di distanza dal primo, nell’autunno del 1995.
L’editore, il compianto Enrico Conte, proprietario dell’editrice L’Arciere di Cuneo, si dimostrò realmente di grande vedute: ben pochi allora erano disponibili a pubblicare un’opera di due volumi, ricca di pagine e di fotografie, su un argomento che fino ad allora non sembrava aver suscitato tanto interesse nel pubblico. Invece si rivelò un grande successo: i volumi andarono letteralmente a ruba e si dovettero fare diverse ristampe. Le “Fortezze” riscossero un grande interesse, tanto per gli appassionati che per gli escursionisti e i turisti della montagna. I due volumi sono tuttora ricercati sul mercato antiquario, il secondo è praticamente introvabile.
Per gli autori rappresentò il concretizzarsi di tante gite domenicali su e giù per le vallate e un trampolino di lancio per altri lavori. Con l’avvio di un lungo periodo di presentazioni, conferenze, visite guidate e tanto altro ancora. Soprattutto di approfondimenti, di ricerche, di altre pubblicazioni.
Le “Fortezze delle Alpi occidentali” fu anche il libro che convinse tanti giovani lettori ad appassionarsi allo studio delle fortificazioni e a darsi alla ricerca sul campo e negli archivi.
La via era ormai aperta, c’era una guida che aiutava a trovare sul terreno quelle opere che prima non erano prese in considerazione. Il libro, in trent’anni, ha visto decine di emulazioni. Alcune hanno apportato nuovi e importanti contributi per lo studio delle opere fortificate. Altre si sono limitate a riproporre gli stessi contenuti con l’aggiunta di nuove fotografie..
Dario Gariglio, con una battuta, amava definire il lavoro la “Bibbia delle Fortificazioni”. Non aveva torto. Sono passati trent’anni, il libro vive ancora.